SIAMO IN - Via DUOMO, 11 - Caltagirone (CT)

SEDE DELLA GALLERIA

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CORTE CAPITANIALE

Piazza Coperta

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si trova accanto alla Galleria

Palazzo di Città

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Visto dalla Galleria Ghirri

Palazzo di Città

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Il Palazzo di Città visto dalla Galleria

ARCHIVIO: ARTISTI - MOSTRE - ARGOMENTI

BACHECA DELLE ASSOCIAZIONI:

PRINCIPALI ATTIVITA' DELLE ASSOCIAZIONI FOTOGRAFICHE:

CORSI - MOSTRE - CONCORSI - INCONTRI

PROGRAMMAZIONE DELLA GALLERIA

In programma per il mese di Ottobre 2008

ATTIVITA' DELLA GALLERIA

RASSEGNA DELLE PRINCIPALI ATTIVITA' DELLA GALLERIA "LUIGI GHIRRI"

domenica 14 dicembre 2008

VITTORE FOSSATI - GIORGIO MESSORI "VIAGGIO IN UN PAESAGGIO TERRESTRE"


CALTAGIRONE CT, 21 dicembre 2008 – 25 gennaio 2009

SPAZIO ESPOSITIVO:
Galleria Fotografica “Luigi Ghirri”, via Duomo 11 c/o Corte Capitaniale (95041) Caltagirone (CT),
+ 39 334 3358978, + 39 333 2419089 www.galleriaghirri.eu

TITOLO DELL’EVENTO: Viaggio in un paesaggio terrestre

DATA DEL VERNISSAGE: domenica 21.12.2008, ore 18.30

DATA DI CHIUSURA: domenica 25.01.2009

ABSTRACT DI PRESENTAZIONE: il paesaggio come “luogo dello sguardo”, nella selezione di trentanove immagini del fotografo Vittore Fossati accompagnate dai testi del narratore Giorgio Messori, sulle tracce di artisti e letterati.

ORARI D’APERTURA: mar./dom. 9.00 -13.00, 16.00 -19.00

BIGLIETTO: ingresso libero

CATALOGO: Vittore FOSSATI - Giorgio MESSORI “ Viaggio in un paesaggio terrestre”, DIABASIS 2007

APPARATO CRITICO: Marina BENEDETTO, Giorgio MESSORI

PATROCINI: Città di Caltagirone CT, Galleria Fotografica “Luigi Ghirri” CALTAGIRONE CT

STAMPA: Pino STIMOLO stimologiuseppe@yahoo.it

CURATORI: Sebastiano FAVITTA, favitta.sebastiano@tiscali.it Attilio GERBINO, attiliogerbino@libero.it

ARTISTI: Vittore FOSSATI, Giorgio MESSORI

RINGRAZIAMENTI: Paola BORGONZONI GHIRRI – Archivio Luigi Ghirri –,
Maurizio FESTANTI – Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia –,
Laura GASPARINI – Fototeca della Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia –,
Chiara GERBINO, Giuseppe NOTO, Carmela PAVONE, Salvatrice RIZZO
e Giovanna TERRANOVA – Assessorato alle politiche culturali, Caltagirone –
La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT,
impegnata da un decennio nella diffusione della cultura fotografica in Sicilia, in collaborazione con Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia e la curatela di Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO, presenta una selezione di trentanove fotografie pubblicate nel volume omonimo ideato dal fotografo Vittore FOSSATI e dallo scrittore Giorgio MESSORI. Edito dalla casa editrice Diabasis nel 2007, Viaggio in un paesaggio terrestre propone la ricerca, da parte dei due autori, dei “luoghi frequentati e descritti da poeti e pittori che avevano messo il paesaggio, e l’arte di rappresentarlo, in un punto vitale della loro opera e del loro pensiero”. Il progetto, avviato tracciando un itinerario ideale a partire dall’Appennino reggiano – dove le riprese hanno interessato alcune aree del Comune di Villa Minozzo e il Lago Calamone –, si è dipanato nell’arco di alcuni anni toccando varie località europee – in Engadina (sulle tracce del pittore e scultore Alberto GIACOMETTI), nel Giura (per il pittore Gustave COUBERT), a Fontaine-de-Vauclause (alla ricerca del letterato Francesco PETRARCA), a Chaux (sulle tracce dell’architetto Claude-Nicolas LEDOUX), sulla montagna Saint-Victoire (per il pittore Paul CEZANNE), a Delft (sulle tracce del pittore Jan VERMEER), in Pomerania (per il pittore Caspar David FRIEDERICH) e, infine, a Capri “… l’isola che non c’è, vale a dire la meta desiderata che sempre si insegue, a cui si vorrebbe approdare” – nell’intento di realizzare a quattro mani, quasi fosse un concerto, un libro illustrato sul paesaggio dove le immagini forniscono l’esca alla scrittura mentre le parole, a loro volta, evocano e suggeriscono la ricerca di nuove immagini in un fecondo rimando tra sguardo e parola.
VITTORE FOSSATI (Alessandria 1954)
Dalla fine degli anni Settanta ha fatto parte di quel gruppo di autori che ha visto in Luigi Ghirri un maestro e un punto di riferimento per rinnovare la cultura fotografica italiana, partecipando alle più importanti mostre collettive da lui organizzate: Iconicittà (Ferrara, 1979), Penisola (Graz, 1983), Viaggio in Italia (Bari, 1984), Esplorazioni sulla via Emilia (Reggio Emilia, 1986). È in questo periodo, ed in questo clima culturale, in cui matura l’incontro e la collaborazione fra scrittori e fotografi, che nasce la conoscenza, presto trasformatasi in amicizia, con Giorgio Messori. Su incarico di enti pubblici ed istituzioni culturali, da anni si dedica alla fotografia di paesaggio e di architettura ed oggi è fra i maggiori fotografi che contribuiscono, in Italia, ad una riflessione sulle trasformazioni del territorio e sulla loro rappresentazione.

GIORGIO MESSORI (Reggio Emilia, 1955 - 2006)
Narratore, traduttore e saggista l’autore pubblica i suoi primi racconti con Beppe Sebaste nel volume L’ultimo buco nell’acqua (Aelia Laelia 1983). Le riviste letterarie Il semplice (Feltrinelli), Riga (Marcos y Marcos) e l’antologia Narratori delle riserve (Feltrinelli, 1992), curata da Gianni Celati, ospiteranno altre sue storie brevi. Nel 1989 l’editrice Marcos y Marcos stampa il volume di Peter Bichsel Il lettore, il narratore tradotto dallo stesso Messori che intanto si dedica a numerosi saggi sulla letteratura, l’arte e, grazie all’amicizia del fotografo di paesaggio e d'architettura Luigi Ghirri (1943 - 2002), scrive con lui i volumi fotografici Atelier Morandi (Palomar, 1992) e Il senso delle cose. Luigi Ghirri - Giorgio Morandi (Diabasis, 2005). Sempre per l’editore Diabasis, nel 2005 pubblica il suo libro d’esordio, che è anche il suo capolavoro, Nella città del pane e dei postini (nel 2005 Premio Sandro Onofri e finalista al Premio Viareggio Opera Prima mentre nel 2006 è Premio Nazionale di Narrativa Bergamo). Il catalogo Diabasis, nel 2007, ha proposto il volume scritto in collaborazione con il fotografo Vittore Fossati, il Viaggio in un paesaggio terrestre.

Sebastiano FAVITTA, Attilio GERBINO
Caltagirone, 10 dicembre ’08

martedì 9 settembre 2008

MOSTRA IN PROGRAMMA PER OTTOBRE 2008

La Galleria Fotografica Luigi Ghirri,
impegnata nella diffusione della cultura fotografica in Sicilia, con il patrocinio del Comune di Caltagirone CT presenta, negli spazi espositivi al primo piano della Corte Capitaniale, la mostra In volo sulla Sicilia.
L’autore, il fotografo Luigi NIFOSÌ, ci restituisce, dal punto di vista particolarmente privilegiato quale può esserlo il cielo, l’immagine singolare di una Sicilia – isola continente – che probabilmente, sbagliando, pensavamo di conoscere in tutte le sue prospettive ma che, come dimostrano le immagini presenti in Galleria, ancora una volta ci sorprende per l’eccezionalità di quanto natura, storia e artificio hanno saputo condensare nel cuore del Mediterraneo.

SPAZIO ESPOSITIVO:
Galleria Fotografica “Luigi Ghirri” www.galleriaghirri.eu
via Duomo 11 c/o Corte Capitaniale (95041) Caltagirone (CT), + 39 334 3358978, + 39 333 2419089

TITOLO DELL’EVENTO:
In volo sulla Sicilia.

DATA DI VERNISSAGE:
04.10.2008

DATA DI CHIUSURA:
19.10.2008

ABSTRACT DI PRESENTAZIONE:
In straordinarie immagini di grande formato colte dal cielo l’autore restituisce inedite prospettive della Sicilia, l’isola continente nel cuore del Mediterraneo.

ORARI DI APERTURA:
mar./dom. 9.00 -13.00, 16.00 -19.00

BIGLIETTO:
ingresso libero

ORARIO DEL VERNISSAGE:
ore 18.30

PATROCINI:
Città di Caltagirone CT, Galleria Fotografica “Luigi Ghirri” di Caltagirone CT

CURATORI:
Sebastiano FAVITTA, favitta.sebastiano@tiscali.it; Attilio GERBINO, attiliogerbino@libero.it;

APPARATO CRITICO:
Marina BENEDETTO, Dominique FERNANDEZ, Pippo PAPPALARDO;

ARTISTA:
Luigi NIFOSÌ,

ABSTRACT TESTO CRITICO dal catalogo edito da ARSENALE EDITRICE, VERONA

In volo sulla Sicilia è il titolo che l’autore delle fotografie pubblicate ha scelto dopo avere per anni volato sull’isola immortalandone angoli nascosti o scorci noti secondo una inusuale, strabiliante prospettiva: dal cielo. Un sogno “impossibile” che Luigi Nifosì, fotografo sciclitano, coltivava da tempo e che ha visto realizzato con la pubblicazione di questo volume che vede, tra l’altro, la preziosissima collaborazione, per la redazione dei testi, di Dominique Fernandez, romanziere e saggista francese.
Le preziose immagini del libro svelano agli occhi del lettore sorprendenti prospettive e mostrano un’isola varia, mutevole “fatta di un confuso disordine, tessuta di tali contraddizioni, che nessuno può vantarsi di essere capace di afferrarne l’intera complessità”.

Luigi NIFOSÌ dalla posizione privilegiata che ha scelto ci ha provato e il risultato è quello di un prezioso lavoro che, della Sicilia, mostra le diverse facce, quella natura “plurale” per dirla con Gesualdo Bufalino o quelle “una, nessuna, centomila” maschere di pirandelliana memoria che ben si addicono alla patria del grande scrittore e drammaturgo agrigentino.

Scrive Dominique FERNANDEZ “In questo libro ognuno farà le proprie scoperte, ciascuno avrà le sue sorprese. Vista dall’alto la Sicilia non somiglia affatto a ciò che si coglie al livello del suolo. Sembra persino che certi monumenti siano stati concepiti e realizzati per essere visti dall’alto nonostante, all’epoca della loro costruzione, ovviamente, l’elicottero fosse sconosciuto…. La stessa cosa si potrebbe dire dei paesaggi che appaiono qui in una sorprendente novità. C’è qualcuno che dall’eternità aveva visto dall’alto questi spazi e non solamente visti, ma progettati, modellati, senza avere bisogno dell’elicottero. Qualcuno che sapeva quello che faceva. Salutiamo dunque, nel nostro fotografo, colui che ci ha reso lo sguardo di Dio sulla Sicilia”.

domenica 18 maggio 2008

17 Maggio 2008 - INAUGURAZIONE MOSTRA "I FOTOGRAFI DEL MANIFESTO PASSAGGIO DI FRONTIERA"

da sx: Daniele Duca, copywriter e fotografo professionista di Ancona, Sebastiano Favitta, direttore della Galleria Ghirri e il prof. Enzo Carli, sociologo e consulente scientifico dei laboratori fotografici della Città di Senigallia (AN)

Cosimo Di Guardo e Romina Giovannetti dell'A.C.A.F. (Ass. Catanese Amatori Fotografia) con Enza Facineroso della Redazione della Rivista "Notiziario Fotografico" dell'ANAF (Ass. Nazionale Arti Fotografiche)

studenti dell'Accademia di Belle Arti di S. Agata Li Battiati

il dott. Enzo Carli con la prof.ssa Kiki Clienti dell'ABADIR, Accademia di BBAA di S. Agata Li Battiati.

http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=54518

http://www.sicily-news.com/evento.cfm?id=73299

http://www.fotografieitalia.it/evento_fotografico.cfm?id=81056

http://www.eventiesagre.it/Eventi_Mostre/17127_Passaggio+Di+Frontiera.html

http://www.bed-and-breakfast.it/evento.cfm?idevents=81056&idregione=15

http://magazine.enel.it/pr/Sicilia/coming_soon.asp

martedì 13 maggio 2008

17 Maggio 2008 - Mostra fotografica "Fotografi del Manifesto Passaggio di Frontiera"

SPAZIO ESPOSITIVO: Galleria Fotografica Luigi Ghirri,

via Duomo 11 c/o Corte Capitaniale (95041) Caltagirone (CT), + 39 334 3358978, + 39 333 2419089

TITOLO DELL’EVENTO: I fotografi del Manifesto Passaggio di Frontiera.

DATA DI VERNISSAGE: 17.05.2008

DATA DI CHIUSURA: 08.06.2008

ABSTRACT DI PRESENTAZIONE: nella selezione di circa 70 immagini presentata in collaborazione con il Musinf, il Museo Comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia, le proposte dei fotografi del Manifesto “Passaggio di Frontiera”.

ORARI DI APERTURA: mar./dom. 9.00 -13.00, 15.30 -19.30

BIGLIETTO: ingresso libero

ORARIO DEL VERNISSAGE: ore 18.30

PATROCINI: Città di Caltagirone CT - Galleria Fotografica “Luigi Ghirri”, Città di Senigallia AN - Musinf Museo Comunale d’arte moderna e della fotografia, Mediateca delle Marche, Accademia “Abadir”, ACAF - Associazione Catanese Amatori Fotografia, ANAF – Associazione Nazionale Arti Fotografiche.

CURATORI: Carlo Emanuele BUGATTI, Enzo CARLI, Giovanni CHIARAMONTE, Daniele DUCA e Sebastiano FAVITTA.

TESTI CRITICI: Marina BENEDETTO, Enzo CARLI e Pippo PAPPALARDO.

GRAFICA e ALLESTIMENTO: Attilio GERBINO.

FOTOGRAFI: Gianni Berengo Gardin, Loriano Brunetti, Enzo Carli, Giorgio Cutini, Daniele Duca,

Marco Melchiorri e Sofio Valenti.

ADDETTO ALLA COMUNICAZIONE: Giuseppe STIMOLO e-mail: stimologiuseppe@yahoo.it tel. 334.6296389

La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone, diretta da Sebastiano Favitta, in collaborazione con il Musinf, Museo Comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia diretto da Carlo Emanuele Bugatti, propone all’attenzione del pubblico siciliano la singolare quanto fondamentale esperienza dei fotografi che aderirono, con Mario Giacomelli, al Manifesto Passaggio di Frontiera. Gli Autori, del valore di Berengo Gardin, Brunetti, Carli, Cutini, Duca, Melchiorri, e Valenti, rappresentano non solo la storia della fotografia marchigiana ma oramai concentrano su di loro un’attenzione sempre maggiore da parte di un più vasto pubblico internazionale, primo fra tutti quello statunitense che ha avuto l’occasione recentemente di ammirare la collezione Mario Giacomelli conservata al Musinf, Museo che custodisce anche quelle di Giuseppe Cavalli, Ferruccio Ferroni, Gruppo Misa e Manifesto Passaggio di Frontiera.


Fotografia di frontiera:

oltre il confine di se stessi

di Marina Benedetto

LA BARRIERA

Quello che tu, mio vecchio
scorgi oltre frontiera
è quanto è qua.


La barriera
- non te ne accorgi? - è uno specchio.

Giorgio Caproni, Res amissa, 1991

Mi intriga il percorso dei Fotografi di Frontiera di Senigallia per la dichiarata volontà di ricerca di immagini che si fanno “conoscenza e poesia”, dialogando “con la parola”.

Già riconducibile all’universo poetico è la volontà di dare immagine di sé attraverso la stesura di un Manifesto, strada percorsa da Futuristi, Surrealisti, Avanguardie lungo tutto il corso del Novecento.

Un imprinting romantico apre la dichiarazione di intenti degli artisti, una esistenziale weltanshauung cara ai romantici tedeschi, con uno scavo nella memoria, nei sogni e nelle ansie generazionali, che evoca nelle loro immagini una continua altalena fra il reale e una onirica fuga da esso.

Tale dicotomia è il segno distintivo di questo gruppo di fotografi, che sviluppa un Manifesto ove si dà voce all’insofferenza verso la realtà quotidiana, verso la sorda paura del Nulla, un costante esistenzialismo legato alle emozioni, che acquista in ciascuno degli artisti una dimensione personale, caratterizzata nei percorsi individuali dalla peculiare cifra artistica di ciascuno. E in tutti, comunque, l’unica via di uscita per esprimere le proprie ansie, per dare corpo ed esorcizzare i fantasmi interiori, è l’azione espressa attraverso lo scatto fotografico, l’istante colto combattendo contro gli stereotipi, scatenando la creatività, destando i pensieri più liberi.

Il coraggio di essere se stessi acquista il valore di una poetica per immagini e sdogana i Fotografi di Frontiera di Senigallia in un viaggio sulle pure ali dell’arte: la loro opera, infatti, trascende la fotografia come rappresentazione della realtà ma scende nel profondo di quanto, di volta in volta, è raffigurato e pretende di andarne al di là, in un “oltre”, in una percezione che tende all’essenza dell’esistere, e coglie la fragilità della vita, valicando quel confine, quella soglia montaliana, quella frontiera, appunto, in cui colloquiano i vivi e i morti e si scambiano rimpianti, promesse, memorie, sogni.

Ecco che poesia e immagine non sono più così lontane, e in un tentativo di sublimazione dell’esperienza umana oltre la morte, soddisfano appieno, come essi affermano, il proprio inestinguibile “bisogno di essere”.

NE PARLANO:

http://undo.net/cgi-bin/press.pl?id=1210935320

mercoledì 2 aprile 2008

MOSTRA FOTOGRAFICA "LEO SUM" DI ATTILIO GERBINO - SPAZIO ESPOSITIVO "LA FELTRINELLI" - GENOVA


SPAZIO ESPOSITIVO: la Feltrinelli Libreria, Via XX Settembre 231/233r, 16121 Genova GE

tel. + 39 010 540830-5704818, fax + 39 010 5702568

TITOLO DELL’EVENTO: Leo Sum.

DATA DI VERNISSAGE: 04.04.2008

DATA DI CHIUSURA: 27.04.2008

ABSTRACT DI PRESENTAZIONE: 20 immagini della serie Leo Sum: ritratti digitali (cm 50 x 40) realizzati da Attilio GERBINO, esplorano ironicamente la “finis africae” che ognuno nasconde.

ORARI DI APERTURA: lun./sab. 9.30 - 20.00, dom. 10.00 - 13.00/16.00 – 20.00

BIGLIETTO: ingresso libero

ORARIO DEL VERNISSAGE: ore 18.00

CATALOGO: Edizioni MUSEF, Museo della Fotografia Storica e Contemporanea di Caltagirone CT, con testi di Marina BENEDETTO, Sebastiano FAVITTA, Attilio GERBINO, Riccardo MONDO, Josephine PACE, Pippo PAPPALARDO, Enzo SALSETTA, Domenico SEMINERIO e una “zampata” di Giorgio CONTE

PATROCINI: la Feltrinelli Librerie Genova GE, Galleria Fotografica “Luigi Ghirri” Caltagirone CT

CURATORE: Marina BENEDETTO, marina.benedetto@libero.it - Sebastiano FAVITTA, favitta.sebastiano@tiscali.it

ARTISTA: Attilio GERBINO, attiliogerbino@libero.it

ABSTRACT TESTO CRITICA


Marina BENEDETTO: “Il progetto artistico trae spunto dall’iscrizione latina leggibile sulle mappe dell’Africa di epoca classica: Hic sunt leones, ove Leo è l’ignoto, il diverso, tutto ciò che incute paura. Anche Gerbino insegue i suoi Leones, ignaro di percorrere un sentiero già esplorato da Umberto Eco nel labirinto della sua biblioteca de Il nome della rosa: Leones sono i custodi del limite invalicabile, oltre il quale sta la conoscenza proibita. (...). Invisibili agli occhi degli altri, i Leones acquattati in noi si travestono e assumono in ognuno le sembianze dei propri fantasmi: depressione, avidità, invidia, inquietudine, rimorso, violenza, tutte le ansie e i mali che in ogni tempo – e mai come nella nostra epoca tormentata – affliggono l’uomo. Attilio Gerbino (...) in una invo/evoluzione del suo punto di vista all’epoca dei primi Leones, riconduce l’umanità in un unicum ove la diversità diventa uguaglianza (...) perché qui i soggetti sono persone comuni, volti anonimi di bambini, adulti, anziani. Ognuno può identificarsi coi Leones di Gerbino, artista che con il taglio dell’ironia sa scovare, cogliere ed esorcizzare le proprie ansie, suggerendo anche a noi spettatori una via di fuga, la stessa offerta dal libro più prezioso custodito dai Leones di Umberto Eco: l’elogio della capacità di ridere come estrema arma di libertà per l’uomo, con la quale elevarsi sopra ogni limite e fuggire la paura.”

Sebastiano FAVITTA: (...) Ancora sentivo ruggire tutti i leoni balzati fuori dalle mie recenti letture durante il mio percorso spirituale: dai leones guardiani sulla soglia della nostra crescita interiore a Riccardo cuor di Leone; dal leone verde simbolo della trasformazione psichica dell’opus alchemico ai leoni della terra del branco; dai leoni dallo sguardo frontale, fisso e minaccioso incontrati lungo il corso storico della loro evoluzione iconografica ai leoni presenti nei miti, nei riti e nelle religioni che, pur rappresentando come archetipo figurativo molteplici valenze simboliche, conservano ancora nella psicologia analitica il loro significato originario; dai leoni araldici in mille colori ... rampanti, passanti, coricati, dormienti, seduti, salienti, stanti sempre a rappresentare la forza, il coraggio e il valore nelle bandiere delle nazioni al leone ucciso a mani nude da Eracle per berne il sangue; dai leoni cinesi danzanti al leone dormiente di Rembrandt; dai leoni nella statuaria ai leoni nella letteratura; dai leoni presenti nei media a quelli metaforici che il buddismo associa alla forza della fede.
“Credi in questo mandala con tutto il tuo cuore. Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito del leone (…)”.
Tanti, tanti, tanti leoni. Perché, mi chiesi allora, Gerbino è qui, ora, a pormi dinanzi ai leoni?


Riccardo MONDO:
James Hillman ama dire che l’attività immaginale è primaria all’Anima. Ella si nutre delle intersezioni possibili tra immagine e parola, necessarie ad evocare ciò che eccede l’esperienza percettiva. Lo stesso rapporto tra immagine e parola appare alla visione di Leo Sum. L’occhio si apre ad una serie di figure umane, incatenate tra loro da una singola frase. Le due forme del pensare, per immagini e per concetti, qui si incrociano. In tal modo il demiurgo che ci offre questo gioco, apre il suo talento narrativo di artista fotografico de-letteralizzando la sua galleria di ritratti. E’ possibile quindi iniziare una epistrophé, un ritorno delle persone rappresentate dal loro archetipico appartenere al Leo sum. Qui appaiono uomini e donne, bambini e vecchi, maschere del teatro della vita che divengono, malgrado il secco e perentorio loro apparire che si conclude nel singolo scatto. Potremmo dire che il cartello abbia un sottotesto che recita “niente è come sembra” in quanto vi è un mistero che introduce immaginazione. Il segreto è posto in evidenza ma senza essere svelato, sappiamo solo che il segreto esiste ... Leo sum.

Josephine PACE: E’ immediata la sensazione di piacevole sorpresa, di fronte alle fotografie di Attilio Gerbino, come quando ci si imbatte in opere di creatività pura, prodotti di originalità e freschezza che appartengono solo alle menti libere e audaci. Il transito su ipotetici confini tra realtà e mondo sconosciuto, dove si annidano insidie, hic sunt leones, si acquattano fiere, non appartiene più alle categorie geografiche ma alla normale vita quotidiana in cui ciascuno può essere facile preda o insospettato aggressore. L’ironia leggera e reale che pervade queste pose fotografiche è la stessa di colui che si trova a considerare quanto il quotidiano possa essere insieme straordinario ed eroico e quanto, allo stesso tempo, si possa condurre un’esistenza piena e significante pur senza sottostare alle leggi dell’inflazionistica popolarità, della visibilità ad ogni costo. E, ironicamente, questa consapevolezza viene tra-scritta, ri-scritta in forma, in icona contemporanea, in espressività in bianco e nero che emerge orgogliosamente dal colore piatto dello sfondo.

Pippo PAPPALARDO:
Hic sunt leones per adesso è una sequenza fotografica, costruita
con pochi elementi (il ritratto, un uso intelligente e scanzonato della posa, un'interazione tra risultato fotografico e sfondo artificiale). Poi, quel benedetto titolo e quel ricorrente cartello: l'uno rimanda alle vecchissime carte geografiche ed all'uso, anche moderno, dei tanti significati dell'espressione. L'altro, una sorta di attestato, di diploma o di carta d'identità. Tra le due espressioni non solo una relazione semantica ma anche un invito a teatralizzare il gioco dei rimandi. Se l’hic è avverbio di luogo, il sum è un esplicito presente temporale entro il quale la figura, o la persona, pretende di stare ed essere, ed agire, e magari ruggire. In questo voler apparire, ognuna delle persone ritratte inventa (nel senso di trovare) una plausibile espressione che spieghi (accettando, sfuggendo) il suo modo di essere o non essere leo/leones. E sorridono loro e sorridiamo noi. Lo strumento fotografico diventa allora un interlocutore che dovrà raccogliere la/le risposta che serve all'autore per capire dove stanno le differenze/diversità tra i leoni ed i non leoni. Ma esistono poi queste differenze?
Le individualità delle espressioni e dei gesti si appiattiscono nella serie e nel contesto di sfondi dai colori acidi/allegri tanto cari a Andy Warhol ed ai suoi messaggi corrosivi: quel Sindaco amministrerà un capoluogo subalpino o una città dal toponimo arabo? E questi abiti, unico elemento per decifrare la probabile provenienza di questi personaggi (?) non sono forse comuni a tanta parte degli abitanti del mondo? Invero l'abito non fa più il monaco, e neanche il ritratto fotografico.”


Enzo SALSETTA: “Ci osservano da queste foto, quattro generazioni in posa. Qui il termine posa ha completamente cambiato il suo significato. Non si è in posa per una perfetta messa a fuoco: questa è una posa da teatro, da Super io addossato ad arte, o da Io che cerca di sfuggire all’omologazione sbeffeggiando, indossando boccacce. (...) Sono soggetti all’apparenza smarriti che ostentano degli Io in libertà che si ergono dalla loro condizione di mortuarietà per attraversare la strada dell’ironia che è l’unica praticabile, mimando la follia o facendo finta di giocare a un gioco. (...) Un’altra caratteristica delle foto di Gerbino è la scelta dello sfondo: acido, timbrico che si offre quale zona di mercificazione entro cui il soggetto vibra e trova plasticità. Curiosamente i soggetti pur acquisendo peso, perdono il loro centro di gravità permanente. La figure escono esaltate, sospese in aria e teatralizzate da un linguaggio di segni eversivo. Il primo di questi segni è che esprimono felicità. Con loro la terra non è più desolata. Vi è un dinamismo che non esprime dubbi, né ubbidienze. Sono ritratti che rivelano psicologie nuove di chi si concede solo alla vita e senza la dovuta mortuaria serietà ma così come viene. Soggetti sfuggiti da una terra desolata, scappati dalla alienazione, da un immobilismo passivo, dalla catatonicità tutta intellettuale novecentesca per divenire produttori di significato a partire dall’affettività, dall’emotività. (...) Questa gente trasmette uno strano sentimento: lascia capire di essersi impossessata della propria intelligenza, che pensa con la propria mente. È gente capace di assimilare affettivamente, di elaborare una visione antiomologante: insomma di “esserci” nella Storia.
Guardano l’obiettivo fotografico con la coscienza di essere guardati da noi e non da un occhio divino colpevolizzante
o mercificante da Grande fratello.”

Domenico SEMINERIO: “Eccoli qui i Leones. Nelle foto di questa mostra aperta nel Museo della Fotografia.
Oddio, qualcosa del leone si intravede. Negli sguardi. Ironicamente indagatori, penetranti, di chi è abituato a pesare l'altrui consistenza con un'occhiata. Ironicamente fieri, di chi deve dimostrare subito, a colpo d'occhio, di non essere una possibile preda ma il cacciatore. Leo sum. In certi movimenti arditi, ma non per questo scomposti o sbracati. "A guisa di leon quando si posa", ha scritto Dante, il sommo poeta. Perché il leone è leone persino quando dorme, con la zampa teneramente poggiata sugli occhi e la folta criniera lievemente scompigliata dal vento della savana. Nelle favole il leone è definito il re della foresta. Ma ormai siamo in democrazia, anche qui, nel luogo deputato, nell'hic sunt leones.
Tutti leoni, ora, come todos caballeros ai tempi di Carlo V. Con tanto di cartello bene in vista, chissà mai qualcuno se lo dimentichi. Tutti leoni. Giovani e vecchi, uomini e donne, belli e brutti. Ci sono anche quelli, per fare un (involontario?) dispetto ai padroni della pubblicità, che vogliono tutti snelli, in forma, pimpanti di ardore consumistico. E tanto per sottolineare che i tempi sono cambiati, che chiunque può dire leo sum, non c'è più motivo di avere la faccia seriosa e pensosa che è obbligatoria per i re. Nossignore. Dove tutti sono re, è meglio prenderla in allegria, riderci su, far finta di niente. Non è il caso di ruggire a bocca spalancata. Perché uno è re dentro. Nella testa, nell'anima. Non c'è bisogno di cose esteriori, di corone e di mantelli orlati di ermellino o scettri impreziositi da pietre preziose o mappamondi d'oro tenuti in alto con la zampa, pardon, la mano guantata. Leo sum. Bisogna crederci.”

MOSTRA FOTOGRAFICA "MORFOLOGIE" DI ANTONELLA GANDINI


SPAZIO ESPOSITIVO: Galleria Fotografica Luigi Ghirri,
via Duomo 11 c/o Corte Capitaniale (95041) Caltagirone (CT), + 39 334 3358978, + 39 333 2419089

TITOLO DELL’EVENTO: Morfologie.

DATA DI VERNISSAGE: 05.04.2008

DATA DI CHIUSURA: 27.04.2008

ABSTRACT DI PRESENTAZIONE: In quaranta immagini, suddivise in tre sezioni, e un video sul tema del rapporto arte-natura, le foto in bianco/nero mostrano con essenzialità e audacia le inquietudini della bellezza.

ORARI DI APERTURA: mar./dom. 9.00 -13.00, 15.30 -19.30

BIGLIETTO: ingresso libero

ORARIO DEL VERNISSAGE: ore 18.30

PATROCINI: Città di Caltagirone CT, Galleria Fotografica “Luigi Ghirri” di Caltagirone CT

CURATORE: Sebastiano FAVITTA, favitta.sebastiano@tiscali.it; Attilio GERBINO, attiliogerbino@libero.it;
Pippo PAPPALARDO,

ARTISTA: Antonella GANDINI, gandinianto@gmail.com

ABSTRACT TESTO CRITICO
Antonella GANDINI (1958, Monzambano MN). Formatasi all'Accademia di Belle Arti G.B. Cignaroli di Verona, si laurea in Filosofia con una tesi in Estetica sul rapporto immagine-parola nella poetica del pittore surrealista, René Magritte. Dall’esperienza pittorica degli anni Ottanta, attraverso una ricerca sull'immagine che approfondisce ed esplora connessioni e strutture di linguaggio liminari tra pittura, fotografia e videoart approda alla fotografia. È del 1997 il primo video Presenze. Interessata alle problematiche estetiche ed ideologiche riguardanti le espressioni d’arte visiva, cura iniziative culturali, pubblica articoli di critica su periodici d’arte e, dal 1980, espone in mostre collettive e personali. Tra le principali esposizioni, nel 2004 Nature parallele alla Galleria Peccolo di Livorno e al Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (MN), nel 2005 Visioni silenti alla Galleria Civica di Desenzano (BS) presentata da Ivos Margoni. Di lei hanno scritto, tra gli altri, Claudio Cerritelli, Mauro Corradini, Renzo Margonari, Eugenio Piccini, Angela Madesani, Tsong Zung Chang e Jesus Antonio Rojas.
Nella recente produzione artistica, ripropone il tema dell’immagine fotografica come luogo mentale nel quale, considerando la complessa relazione fra immagine e realtà – problematica tipica della sua esplorazione estetica – e impiegando il mezzo fotografico nella tradizione del bianco-nero con l’intento di andare oltre la semplice rappresentazione, si manifesta il fascino della visione. Il video e le immagini, stampate dall’autrice su carta baritata, evidenziano un personale punto di vista che privilegia l’essenzialità della forma e l’ambiguità evocativa dell’oggetto rappresentato. In queste opere, la purezza e l’armonia dei vegetali o dei corpi umani sembrano evocare la classicità e la plasticità delle forme percorse da una inquietudine del tutto moderna. Il corpo è visto quale paesaggio reale e mentale, integrato alla natura. Le immagini moltiplicano il senso e i significati di ogni istante del tempo umano pertanto il loro interesse non ha confini e, non rispondendo a codici predefiniti, libera lo sguardo dello spettatore. L’artista, nell’affrontare ciò che è invisibile o sotteso alla quotidianità del reale, espone una presenza muta, metafora dell’universale, ottenendo un risultato di grande poesia che, per l’ambiguo metamorfico oggettivo che ne deriva, realizza forme di una realtà nello stesso tempo simile e diversa da quella nota.

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Nasce oggi 02 Aprile 2008 il Blog della Galleria Ghirri